Lo scrivevano un po’ tutti lo scorso anno. Ma perché mai dovrebbe sentire questa necessità a meno che non abbia manie suicide?
Essere come FaceBook è il sogno di ogni editore.
Facebook è un media che non ha bisogno di un editore per la semplice ragione che non edita contenuti. Perché? Per i contenuti neppure li produce. Già, il più grande media di tutti i tempi non produce contenti, ma sfrutta tutte le possibilità commerciali che prima erano esclusiva dei canali e delle testate main stream, e va ben oltre; Facebook è un canale di comunicazione che rivoluziona le strategie di marketing.
In un epoca in cui il contenuto è il re, il più grande editore del mondo non edita contenuti. Questo passerà alla storia come il paradosso di questo inizio secolo.
Ma il vero paradosso è appannaggio di Google; in occidente oltre il 95% delle ricerche informative sviluppate sul sul web passa attraverso di lui. Lui, Google, i suoi utenti alla ricerca di informazioni non li vuole neppure tenere dentro di sé. La sua utilità consiste nell’indirizzarli al suo esterno e tanto è più bravo a fare questo, tanto più si guadagna il loro consenso, sua vera fonte di business.
Si tratta di un cambiamento d’epoca, nel quale l’enorme flusso informativo digitale convive con i media tradizionali, molti dei quali – quelli fatti con veri contenuti approfonditi e scritta da veri giornalisti – continuano ad avere il loro seguito. Anzi, ad avere una funzione strutturalmente organica nelle campagne di comunicazione o informazione organizzate su misure per i canali digitali.
Un altro grande paradosso consiste nel fatto che le testate digitali, così come le versioni digitali delle testate cartacee, ricevono gran parte del flusso di lettori attraverso FaceBook. Si, la creatura di Zuckemberg ha stabilito con questi un vero canale di alimentazioni di utenti, che ha drogato gli editori on-line stabilendo un vero e proprio rapporto di dipendenza, a senso unico ovviamente.
Facebook – al contrario di Google che usa la rete – vorrebbe essere lui stesso la rete, altro che un editore; al contrario di Google i suoi visitatori li vorrebbe tenere al proprio interno dentro. Tant’è che penalizza le views dei post che contendono un link in uscita.
FaceBook è un po’ come l’Hotel California, ricordate la canzone degli Eagles? “Yuo can check in anytime you like, but you can never leave”. Ora senza andare sulle dipendenze degli anni 70, anche FaceBook genera dipendenza. Non la dipendenza delle persone che passano ore incollate mettere like, ma la dipendenza che molte testate, quasi tutte, hanno stabilito con questo social per raggranellare click…
Wellcome to the Zuckemberg Hotel, la galassia Zuckemberg ha rimpiazzato quella di Gutemberg…